"Il paese delle lacrime e' cosi' misterioso..."
Giugno 2016
In queste giornate mi sento un po' "border line..."
E' facile sentirsi alle stelle e pochi istanti dopo completamente a terra...a seconda dell'unità sviluppata o meno nel gruppo : quando e' tangibile che si cammina tutti verso la stessa meta, entusiasmo, forza ed energia raggiungono i massimi livelli e poco importa se, durante il cammino, si incontrano ostacoli e difficoltà'... ; qualora invece gli eventi traducano una molteplicità' di intenzioni ed obiettivi ci si sente smarriti ed in cammino DA SOLI, benché' si sia numericamente tanti...e si ha l'impressione che i traguardi raggiunti siano solo frutto di illusioni...
E' riflettendo su questo mio "sentire" che comprendo ogni giorno di più' l'importanza ed il valore dell'imparare a stare insieme, aperti all'apprendimento reciproco gli uni dagli altri, coscienti delle potenzialità' come anche delle vulnerabilità' di ciascuno... E' una sfida quotidiana l'impegno a mettere davanti il bene del gruppo e non dei singoli..., una sfida quotidiana non cedere alla paura della verita' nuda e cruda pur sapendo non incontrerà' il favore di tutti..., come anche non cedere al timore di essere fraintesa qualora il verbale non sia appropriato o "...non esca..." al momento giusto...
In questo particolare momento in cui e' venuta meno la fiducia in uno dei membri del gruppo sul quale facevo invece affidamento e fa male continuare a pensarci, e' Lameck Mkwanda a darmi una mano, ricordandomi motivazioni e scopi del mio essere qui e del mio lavorare/condividere con la gente... : tutto pelle ed ossa, e' stato dimesso da poco dall'ospedale di Mangochi, dove avrebbero dovuto prelevargli un campione di tessuto da quella palla esageratamente grande e dura alla palpazione, che fuoriesce fra collo e clavicola, per farne una biopsia; in realtà', viste le scadenti condizioni generali del paziente, e' stata decisa la dimissione con l'indicazione del proseguimento del trattamento palliativo per verosimile metastasi del sarcoma che, a quanto pare, dagli arti inferiori sta viaggiando in tutto il corpo.
Vado a trovarlo per sentire direttamente da lui come sia andata in ospedale e, ricordandomi una delle sue preoccupazioni riguardanti il suo...giaciglio, carico in macchina uno dei materassi acquistati a Blantyre e, su suggerimento di Emmanuel, mi fermo ad acquistare ciò' che in chichewa chiamano " linia " : mazzi di striscie di gomma nera provenienti dai copertoni delle ruote delle macchine, che qui in Malawi rispondono ai bisogni piu' diversi...
Lameck e' sdraiato su una coperta che ricopre una stuoia mezza disfata che, a sua volta, giace sopra quella che un tempo era stata una rete metallica ma che ora di metallico ha solo poche, disordinate e rade maglie, tenute insieme da uno scheletro rettangolare di ferro arrugginito : questo e' quanto basta a Lameck per non sdraiarsi direttamente sulla terra ma rimanere sollevato di almeno 10 cm. Mentre Lameck, senza guardarmi, con un filo di voce ed una lacrima cristallizzata fra palpebra e guancia che sembra non volersene andare da li, mi racconta il suo vissuto in ospedale, Emmanuel comincia a lavorare con la "linia" e a preparare tante striscie di gomma che annodate fra loro e ben tese su quel "telaio di ferro arruginito" sostituiscono degnamente le doghe che dovranno accogliere il materasso. Mentre ascolto Lameck, guardo compiaciuta il lavoro di Emmanuel e penso a come invece, dalle nostre parti, un tale rottame sarebbe stato eliminato all'istante ; anche il viso di Lameck a poco a poco riacquista luce ed espressione e, quando il materasso trova posto su quello che finalmente comincia ad assomigliare ad un letto, scoppio a ridere con lui guardando tre uomini ( Emmanuel, il papa' e lo zio di Lameck) alquanto impacciati, arrabattarsi, come meglio possono, per rimboccare come si deve la coperta che ricopre il materasso : e' cosi', con una risata, che preoccupazione e tristezza diventano un po' più' "leggere"... ; e' cosi', con un materasso, che il cuore di Lameck sa riempirsi di gratitudine dimostrando di saper andare oltre la durezza della vita...
Non so quante volte Lameck ci abbia ripetuto ZIKOMO KWAMBIRI nel salutarci... Ciò' che non scordero' sono i suoi occhi che guardano dritti nei miei e si lasciano scappare una lacrima, per nulla simile a quella cristallizzata di qualche minuto prima... Come diceva il piccolo principe : " il paese delle lacrime e' cosi' misterioso..."
Di ritorno verso casa, ringrazio Emmanuel per il suo adoperarsi con i malati che va ben oltre il suo ruolo di autista...e lui, come continuasse un pensiero che abitava già' la sua mente mi dice : "...cosi' Lameck ci sentirà' vicini anche se siamo lontani..."
Un materasso e due lacrime cosi' diverse e cosi' importanti sono state la " pacca sulla spalla" di cui avevo bisogno per affrontare e dare il giusto peso alla riunione di oggi...e quindi...nonostante tutto... : AVANTI CON CORAGGIO!
Per informazioni potete scrivere a : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.